Home Cucina & Dintorni DARK KITCHEN E GHOST RESTAURANT

DARK KITCHEN E GHOST RESTAURANT

by admin

“Molti ristoranti, bistrot o fast food hanno deciso di orientare il proprio business esclusivamente sulla preparazione di pietanze destinate alle consegne a domicilio, con una forte riduzione di costi.”

Dark Kitchen, Ghost Restaurant. I nomi possono sembrare spettrale, ma niente paura: non hanno niente a che vedere con il mondo dell’oscuro. Si tratta infatti semplicemente della nuova frontiera della gastronomia.

Ciò che accomuna i clienti di queste cucine e ristoranti è che non entreranno mai fisicamente in una dark kitchen o in un ghost restaurant e riceveranno direttamente a casa o a lavoro i loro pranzi e le loro cene, senza possibilità di mangiarli nel punto vendita perchè…non ci sono tavoli nè sedie, niente menù affissi, nè camerieri, ma solo una cucina dove vengono preparati i piatti.
L’unico collegamento tra la cucina ed il cliente è quindi il web, o meglio una app, che raccoglie le richieste e pianifica le consegne.

Il food delivery è un settore che anche in Italia è in grande e costante crescita, ed è per questo che molti ristoranti, bistrot o fast food hanno deciso di orientare il proprio business esclusivamente sulla preparazione di pietanze destinate alle consegne a domicilio, con una forte riduzione di costi.

Questa scelta non è però fatta a discapito della qualità: i menù sono per lo più a cura di chef, nutrizionisti ed esperti ed offrono ai clienti piatti gourmet e salutari. L’offerta è infatti molto variegata e non si limita a pizze e panini.

Ma torniamo ai ghost restaurant e alle dark kitchen e cerchiamo di scoprirne le differenze.

Si parla di “ghost restaurant” quando un ristorante tradizionale, con tavoli, sedie, ecc.., decide parallelamente di aprire una seconda linea di ristorazione o meglio creare un brand che esiste e vende solo online. Una scelta questa per aumentare il giro di affari, raggiungere più clienti, ottimizzare le materie prime e la forza lavoro e ridurre gli sprechi. In questo caso il ristorante real fa da traino al brand e al prodotto venduto online.

Diverse invece sono le “dark kitchen”. In questo caso infatti non c’è un ristorante che sfrutta le risorse già a disposizione per creare un brand esclusivamente dedicato al delivery: qui c’è solo una cucina, un laboratorio che prepara i cibi da dare ai rider che li consegneranno ai clienti che hanno effettuato l’ordine online. Questo comporta ancora di più un vantaggio in termini di riduzione delle spese: il locale può essere anche molto piccolo e non ci sono camerieri. Il rovescio della medaglia è che essendo senza l’insegna e senza vetrine, le dark kitchen sono nascoste al pubblico e devono necessariamente investire in marketing sul web o appoggiarsi alle app più note di food delivery per farsi conoscere.

Il fenomeno all’estero è già ben sviluppato, mentre in Italia ghost restaurant e dark kitchen sono due fenomeni piuttosto nuovi, spesso confusi tra loro e associati all’interno della maxi categoria del take away.

Esiste però un caso di successo nel territorio milanese: si tratta di Foorban, un ristorante digitale nato nel 2016 con l’obiettivo di preparare piatti di qualità per i lavoratori in pausa pranzo. Dal 2018 ha iniziato a vendere anche pasti serali online e pare che l’obiettivo di Foorban sia quello di conquistare anche Roma.
Un team di chef e nutrizionisti crea un menu diverso ogni settimana, composto da piatti sani e bilanciati, seguendo ricette pensate per tutti gli stili di vita e le esigenze alimentari: dai piatti più leggeri, a quelli gourmet, a quelli adatti per chi fa sport, con opzioni vegetariane e senza glutine.

Ciò che è interessante del fenomeno Foorban è che hanno deciso di stringere accordi con le aziende, proponendo i loro prodotti nelle sale mensa aziendali: i piatti – preparati freschi altrove vengono portati in azienda già porzionati, esposti in vetrine refrigerate, pronti per essere ritirati dal dipendente e consumati in aree di ristoro comuni.

Tutto sembra perfettamente efficiente, ma quello forse manca nel food delivery in generale e nelle dark kitchen in particolare è la totale assenza di rapporto tra chi cucina e chi compra, la perdita del luogo fisico con la sua identità e atmosfera, che in parte è invece rintracciabile nel ghost restaurant che resta pur sempre legato in qualche modo al ristorante fisico e al ristoratore.

Riusciranno le ordinazioni online, le cucine misteriose e i ristoranti virtuali a superare i vecchi, classici ristoranti, con le loro file, i tavoli pieni, i profumi, i rumori e le persone?

Forse la soluzione è a metà: una pausa pranzo healthy prenotata online dal nostro pc seduti alla nostra scrivania e una bella cena “normale” in trattoria o in pizzeria con tavoli, sedie e persone vere.

 

Dr.ssa Michela Petti
petti.michela@gmail.com

Related Articles