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IL MONDO CRYPTO E LE SUE STRANEZZE: NFT

by admin

In questo articolo parleremo del fenomeno NFT. Per tutti coloro a digiuno del mondo Crypto, basti sapere che gli NFT, acronimo di Non Fungible Token, rappresentano senza minimi termini la nuova frontiera della speculazione digitale, sia nel bene che nel male.

Quando parliamo di NFT ci riferiamo ad un prodotto immateriale. Sia esso un’opera d’arte digitale, un brano musicale, un video o persino una semplice riga di testo. A questo punto vi starete già chiedendo, cosa c’è di tanto speciale in questo? Basta aprire per pochi secondi uno dei tanti canali social per essere letteralmente sommersi da questo tipo di contenuti, talmente tanti da rendere impossibile una loro chiara distinzione. Talmente tanti che siamo portati ad ignorarli, ritenerli un fastidio e a reputarli tutti uguali.

Ed è proprio qui, nel concetto di “univocità”, che va ad innestarsi il fenomeno NFT. Per semplificare più possibile un discorso troppo ampio per essere analizzato in questo articolo, basti pensare ai Non Fungible Token, come a degli asset creati in rete dotati di una “firma digitale”. Questa suddetta firma, sebbene non abbia ancora nessuna validità in campo giuridico, nel mondo delle criptovalute rappresenta un vero e proprio diritto di proprietà, iscritto nell’immutabile “blockchain” della valuta stessa, rendendo l’item di riferimento unico ed irriproducibile.    

Non starò qui a spiegarvi cos’è una blockchain e come funziona, ne parleremo in altri articoli che sapranno rendere giustizia all’argomento. In questa sede, per comprendere bene il concetto NFT ci faremo aiutare da un esempio.

Francesco è un musicista, attratto dalla possibilità di far conoscere la propria arte online e dalla speranza di ricavarci anche qualcosa, decide di tramutare alcuni suoi brani in NFT. Per fare ciò si avvale di uno dei tanti market presenti sul mercato, in questo caso il famoso Opensea.io. Tramite questa piattaforma, in pochi e semplici step il musicista riesce ad aprire il suo wallet (il portafoglio di criptovalute obbligatorio per accedere ai servizi di compravendita) e a caricare i primi brani organizzandoli in una collezione.

A questa collezione Francesco deve ora attribuire un valore, nella forma della criptovaluta scelta, sia essa Bitcoin, Ethereum o quant’altro. Per “firmare” digitalmente le sue creazioni occorre che esse siano iscritte, nel gergo “mintate”, all’interno della blockchain. Ci sono due modi per farlo: pagare una fee in anticipo, per far sì che lo smart contract venga subito consegnato in pasto ai miners adibiti alle operazioni, oppure (opzione fattibile solo su blockchain Ethereum Polygon e poche altre) attendere che esso sia acquistato da un altro utente, pagando le commissioni sulla transazione.

In entrambi i casi il brano in precedenza composto dal nostro musicista, è a tutti gli effetti un Token Non Fungibile, un NFT. Grazie a questo passaggio, il file multimediale ha un proprio valore in criptovaluta (deciso dal creatore), è diventato unico ed inequivocabile e può essere scambiato o venduto. Tutto fantastico, ma adesso come farà Francesco a vendere i propri NFT?

Qui inizia la parte difficile. In pochissimo tempo il fenomeno degli NFT è esploso a livello globale. Complice la semplicità d’utilizzo e una normativa a riguardo ancora incerta e permissiva, in breve tempo i mercati di scambio sono stati invasi da milioni di produzioni digitali, dove vige la regola della “quantity over quality”. Come si può facilmente intuire, far emergere il proprio progetto in uno scenario così competitivo è difficilissimo.

Studiando i casi di chi ce l’ha fatta, come ad esempio il famigerato progetto CryptoPunks (con un volume di vendita dell’ordine di milioni di euro), emerge sin da subito che la ricetta per il successo esula dalla qualità effettiva della produzione, basandosi soprattutto sulla rete di contatti che sta dietro il progetto. Ed è qui che entrano in gioco innumerevoli gruppi selezionati di acquirenti che tramite le loro transazioni riescono a far levitare il prezzo di ogni item messo in vendita, gonfiando in modo esponenziale il valore di queste collezioni. In assenza di questo imprescindibile elemento il rischio di fallire è elevatissimo, soprattutto per piccoli creatori che non possono contare sin da subito in un folto seguito in grado di alimentare la macchina degli scambi e far crescere la popolarità del progetto. 

Un’artista affermato non avrà difficoltà ad aprirsi la strada in questo nuovo mondo digitale, ma per i comuni mortali gli NFT rimangono e rimarranno un dolce miraggio, dove solo la prova del tempo saprà dirci se ci troviamo di fronte ad un fenomeno destinato a perdurare, oppure ad una bolla prossima a scoppiare.   

Alessandro Guida

 

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