Home Economia & Finanza Le banche italiane stanno finalmente evolvendo grazie al Coronavirus

Le banche italiane stanno finalmente evolvendo grazie al Coronavirus

by admin

Da oltre 30 anni si sente parlare di rivoluzione internet nel settore bancario. Ogni anno avrebbe dovuto essere l’anno nel quale la rete e le tecnologie collegate avrebbero cambiato in maniera significativa il modo di essere e di operare delle banche.

Tuttavia, il sistema bancario è un monolite difficile da modificare. Basti pensare che tutti i prodotti che si sono succeduti nel tempo non hanno eliminato quelli preesistenti, ma si sono aggiunti ad essi: in banca, ad esempio, ci sono ancora i “vecchi” libretti di deposito, mai sostituiti dai conti correnti.

Certo, le società di consulenza hanno proposto cambiamenti, a loro dire, rivoluzionari, ovviamente facendoseli pagare fior fiore di euro (o di lire precedentemente).

Adesso è cambiato il modello distributivo: ci sono le filiali Hub e le filiali Spoke. Ma si tratta sempre delle vecchie Capogruppo e agenzie come si chiamavano 50 anni fa. Un cambiamento che in sostanza ha portato unicamente ad una traduzione dall’italiano all’inglese della terminologia, però abilmente presentato e profumatamente pagato.
Continuando, abbiamo adesso i gestori imprese, quelli pmi e quelli dei privati, a loro volta segmentati in retail, affluent e private. Come se 50 anni fa queste figure non fossero esistite, solo che venivano identificate in italiano. Anche queste “straordinarie” conquiste del sistema bancario sono state pagate a caro prezzo.

In sintesi: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” citando le parole di Tancredi ne “il Gattopardo”, pubblicato nel 1958.

Se non fosse successo qualcosa di imprevedibile e fuori dall’ordinario come la pandemia da Coronavirus, il sistema bancario avrebbe continuato ad evolversi con pachidermica lentezza.

Invece la crisi pandemica ha cambiato drasticamente la situazione. I clienti, privati ed aziende, hanno continuato ad aver bisogno di utilizzare le banche. I bancomat dovevano essere ricaricati, i finanziamenti dovevano essere erogati e via dicendo.

Questa situazione si è pesantemente riverberata sull’organizzazione degli istituti di credito: il personale presente in filiale è stato suddiviso in turni, affinché se in un gruppo vi fosse stato un positivo al coronavirus, l’altro gruppo avrebbe potuto continuare a servire i clienti. Ovviamente i dipendenti non in presenza continuavano a lavorare in smart working.

I centri di elaborazione dati hanno dovuto essere potenziati per supportare l’aumento della polverizzazione delle posizioni di lavoro.

Le stesse filiali hanno rivisto il loro layout con l’introduzione di schermi protettivi, sanificatori e quant’altro fosse necessario.
Ho avuto una conversazione sia col Dott. Domenico De Angelis, Condirettore Generale del BancoBPM, che col Dott. Bernardo Mattarella, Amministratore Delegato del Mediocredito Centrale che mi illustravano questi cambiamenti e sul loro viso trasparivano veramente la fatica e le difficoltà che hanno dovuto affrontare e risolvere in un lasso di tempo veramente limitato.

Anche gli stessi clienti hanno dovuto adeguarsi ad un rapporto diverso con la banca, più mediato da mezzi tecnologici. Infatti, la necessità di limitare gli assembramenti ha portato alla riduzione degli orari di apertura degli sportelli e all’obbligo di accedere per appuntamento.

In alternativa per operare con la propria filiale bancaria vi erano i mezzi telefonici e l’attività via home banking da PC o da smartphone con app dedicate.
E alla fine i clienti hanno scoperto che questo modo di operare è valido, veloce, efficiente.

Analisi di mercato hanno evidenziato che una consistente parte di clienti continuerà ad operare in via telematica anche dopo l’emergenza sanitaria.

Questo porterà al vero cambiamento tecnologico nel mondo bancario, favorendo chi si è meglio attrezzato e, soprattutto le nuove realtà emergenti, ad esempio le Fintech e i mediatori creditizi. Per loro è una vera, grande opportunità che devono, e sottolineo devono, prendere al volo.

Prof. Piergiorgio Giuliani
Dipartimento di Economia
Università Europea di Roma
piergiorgio.giuliani@unier.it

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