Home Cucina & Dintorni Novel food: Cosa mangeremo fra 30 anni ?

Novel food: Cosa mangeremo fra 30 anni ?

by admin

Vediamone insieme alcuni che potremmo vedere presto nei nostri piatti. Fra una trentina di anni, o forse anche prima, potremmo trovarci nel piatto una bella bistecca, priva di carne, ma ricca di micoproteine derivate dai funghi in grado di riprodurre l’effetto “sangue” oltre a lsapore e consistenza di una carne vera. Basta pensare che per la produzione di un chilo di carne di vitello sono necessari ben 43000 litri di acqua, senza considerare l’anidride
carbonica prodotta, per comprendere quanto l’impatto negativo sull’ambiente sarebbe decisamente ridotto utilizzando queste “carni” alternative ricreate in laboratorio.

 

Dalla terra passiamo ad un cibo che viene dal mare, o meglio che siamo abituati a vedere in mare, ma a debita distanza. Parliamo, infatti,delle meduse. Da incubo dei turisti a potenziale alimento sostenibile il passo non sembra così lungo. Le meduse sono estremamente diffuse nei mari, sono ricche di sostanze nutritive e sono destinate ad aumentare poiché i loro principali predatori stanno diminuendo edil loro consumo quindi potrebbe
perfino riequilibrare l’ecosistema marino. In Asia, inoltre, vengono già utilizzate, ad esempio essiccate o fritte in tempura. Il sapore di conosia quello di un frutto di mare come l’ostrica…non sembrerebbero poi così male, decisamente da provare !

Rimanendo tra i fornelli della cucina asiatica, troviamo le alghe, di cui avevamo parlato già nello scorso numero, annoverandole tra i super food. Oltre ad essere un alimento dalle molteplici qualità nutritive,
potrebbero diventare uno dei principali cibi del futuro (un’alternativa alle verdure) soprattutto per la loro facilità di coltivazione. Se invece sentirete parlare di entomofagia, non preoccupatevi, non è una fobia, ma semplicemente

il consumo alimentare di insetti. Il novel food che forse più iconicamente rappresenta il cambiamento epocale verso cui il settore alimentare si sta avviando è, infatti, rappresentato da questo alimento. Grilli e cavallette sembra possanodavvero rappresentare una buona alternativa per soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione in costante crescita. Per quanto riguarda i valori nutrizionali, infatti, gli insetti non hanno nulla da invidiare alla tradizionale carne: il contenuto proteico di locuste ecavallette oscilla tra il 18 e il 32%, quello dei grilli varia dall’8 al 25% mentre quello della carne di vitello, ad esempio, si attesta intorno al 22%. Nonostante tutto, nei paesi
occidentali l’idea di mangiare insetti è ancora molto lontana dall’essere concepibile: comunemente associatia malattie, sporcizia e scarse condizioni igieniche, gli insetti, sono spesso considerati ospiti indesiderati nelle nostre case piuttosto che una succulenta pietanza da mettere nel piatto. Al momento in Italia non è autorizzato l’impiego alimentare di nessuna specie di insetto,mentre in alcuni stati membri UE la commercializzazione è stata ammessa in regime transitorio. Ad esempio in Svizzera, è possibile trovare sugli scaffali del supermercato cibo composto da insetti destinato all’alimentazione. L’allevamento degli insetti, inoltre, è semplice e gli scarti di lavorazione sono riutilizzabili come compost. Più di 2miliardi di persone mangiano insetti ,soprattutto in Asia, ma anchein Sudamerica. In questi paesi gli insetti vengono allevati in ambienti
controllati dove il rischio di contaminazioni e il contatto con germi e batteri responsabili di malattie è estremamente limitato. Anche il mercato degli Stati Uniti è stato conquistato dagli insetti, che vengono utilizzati come ingredientedi cibi preconfezionati: la farina d grilli viene utilizzata in prodotti da forno, barrette energetiche e frappè.
Forse anche in Italia un giorno mangeremo delle gustose e croccanti patatine di grillo, in fondo,dicono che i grilli sappiano di gamberetti. Perché non provare?
Sul web già è possibile trovare molte ricette…non resta che augurarvi.
buon appetito!

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